Pompei capitale della cultura 2027 richiede la partecipazione popolare al progetto
POMPEI. Alla conferenza stampa sulla partecipazione del Comune di Pompei alla competizione per il titolo di Capitale della Cultura per il 2027 Giuseppe Scagliarini, presidente della pro-loco, ha proposto un tavolo progettuale aperto ad enti di promozione territoriale, sindacati, associazioni culturali e professionali, ecc.
Il sindaco e quanti hanno operato alla bozza di progetto “Pompei continuum” si sono detti favorevoli, ma bisogna verificare che alle promesse seguano i fatti concreti, anche perché in iniziative del genere oltre all’esperienza professionale serve la conoscenza profonda del territorio.
Dote che possono avere solo i residenti amanti della storia locale. Ovviamente non ci riferiamo solo all’ambiente e al paesaggio, ma soprattutto alle tradizioni e ai rapporti sociali che colorano le radici del territorio e, per quanto riguarda Pompei, bisognerebbe interpretare la tradizione locale che va oltre il periodo documentato nell’archeologia pompeiana.
Noi abbiamo intervistato Roberto Sbrizzi (presidente Apabb) che ci ha riferito che per la sua associazione di bed & breakfast si incontra periodicamente (insieme agli altri presidenti della categoria ricettiva) con l’assessore al turismo della Regione Campania.
Sarebbe utile che un’iniziativa del genere avesse luogo anche con l’amministrazione pompeiana, allo scopo di creare una struttura di partecipazione stabile alla redazione di un progetto definitivo di cambiamento della qualità della vita a Pompei.
Serve l’organizzazione di eventi di grande spessore che possono fare di Pompei un centro abitato di riferimento, ma anche analizzare ed evidenziare segnali identitari nascosti, da valorizzare con mirati accorgimenti. Tali iniziative possono essere suggerite da cittadini colti e sensibili, in grado di dare le dritte a tecnici che hanno gli strumenti adatti per metterli in evidenza, in modo da conferire a Pompei un profilo caratteristico.