Le trasformazioni di Piazza Bartolo Longo a Pompei, dalla nascita a oggi
POMPEI. Alla luce della presentazione del progetto di riqualificazione della piazza Bartolo Longo e dei giardini antistanti il Santuario si sono innescati sul web, da parte di molti cittadini, dubbi riguardanti sia la bellezza del progetto, sia la proprietà delle aree di pertinenza che sono oggetto dell’intervento. Si intenda che il mio parere è solamente di carattere storico, di appassionato della storia della mia città, non è di carattere architettonico né di carattere politico.
Iniziamo col dire che con la fondazione del Comune avvenuta nel 1928 la Valle di Pompei col Decreto n. 621 del 29 marzo firmato da Mussolini e Vittorio Emanuele III cessava di essere frazione dei Comuni di Scafati e di Torre Annunziata per diventare Comune autonomo.
Il Governo nominò commissario prefettizio Giuseppe Fucci che, dopo un breve periodo tecnico di organizzazione, dettato dall’arrivo del nuovo stemma civico (avvenuto il 30 maggio 1929) procedette prima ad acquistare dagli eredi De Fusco, per la somma di lire 750.000, la nuova sede comunale (ovvero “l’albergo Ristorante Fonte Salutare” con pubblico istrumento per notaio cav. Angelo Bianchi) e poi ad organizzarvi all’interno i vari uffici.
Il commissario prefettizio del Governo fascista, una volta che ebbe tutte le carte in regola per far partire la macchina comunale non esitò neanche un istante. Appoggiato dal Governo nazionale che aveva favorito la nascita e l’indipendenza della frazione, pensò di comune accordo col vescovo di allora, Antonio Anastasio Rossi (altro uomo del fare, prelato dal 1927 al 1948), di mettere mano alla prima vera riqualificazione urbanistica della piazza antistante il Santuario.
Per ricavare la piazza furono espropriati e demoliti i fabbricati esistenti sulla via Strada Statale 18 Tirrena Inferiore (in precedenza Strada provinciale per le Calabrie). Il lavoro di demolizione e conformazione fu eseguito dall’architetto Eligio Vanacore, mentre il progetto fu redatto dall’ing. Giuseppe Pizzo, capo sezione del Regio Corpo del Genio Civile di Napoli.
Furono abbattuti il palazzo di Bartolo Longo, la Taverna di Valle e, posteriormente, l’orfanotrofio delle suore del Sacro Cuore (fondato dalla signora Angelica Martinelli, sorella della madre della contessa De Fusco e amica stretta della Santa Caterina Volpicelli). Nella zona orientale andò giù l’Albergo Ristorante d’Italia. L’importo dell’opera si aggirò intorno ai 2,5 milioni di lire. Fu ricavata una superficie di quasi 10.000 mq. con una pavimentazione allora fra le più moderne d’Italia del tipo “monolastite”, eseguita dalla ditta Vaselli di Roma.
La prima foto è una straordinaria testimonianza storica degli abbattimenti. Datata 31 maggio 1930, fu scattata durante un corteo dell’istituto scolastico salesiano di Caserta in visita a Pompei. Si scorge sul lato destro della via Sacra, evidenziata dalla freccia verde, una serie di carri di legno e operai intenti a rimuovere le ultime macerie del palazzo di Bartolo Longo abbattuto. La sconnessione del suolo in foto ci mostra la grandezza dell’immobile che affacciava proprio di fronte la Basilica, sulla via Nazionale, dove si scorgono diverse auto parcheggiate.
La seconda foto, invece, datata 28 ottobre 1931, ritrae la signorina Filomena Fucci, figlia del Commissario, che insieme ad altre autorità taglia il nastro simbolico per l’inaugurazione della nuova piazza. Dopo varie modifiche e abbellimenti operati negli anni a seguire dall’ente comunale, con fontana, panchine e giardini, arriviamo al 1962, anno in cui fu interdetta la circolazione delle auto nella piazza e fu deviata la Statale 18, creando una vera e propria zona pedonale davanti al sagrato della Basilica Pontificia. Inoltre nello stesso anno si inaugurò il monumento al Fondatore, nell’angolo sud-orientale della piazza, realizzato dallo scultore Domenico Ponzi.
In passato vi furono altre modifiche della piazza come quando, per esempio, furono eseguiti i lavori nel 2002-2003 per la seconda visita di Papa Giovanni Paolo II, che non alterarono nel complesso la forma e la sostanza della piazza. Non entrerò nel merito del nuovo progetto Eav, che porterà ad un allargamento della piazza e una rimodulazione dei giardini.
Però alla luce dei fatti storici e per sgombrare ogni dubbio io credo che ormai sia palese che la sola aria di proprietà del Santuario resta soltanto il Sagrato, mentre la restante aria la piazza (dove una volta passava la statale 18) e i suoi giardini sono di proprietà comunale. Fonti: “I primi tre anni del nuovo Comune di Pompei”, anno 1932, stampato Scuola Tipografica per i Figli dei Carcerati fondata da Bartolo Longo (archivio personale Luigi Ametrano). Foto: archivio personale di Luigi Ametrano.