Politica: nella torrida estate di Pompei “congelati” tutti gli equilibri di maggioranza
POMPEI. La noia di queste giornate estive è stata parzialmente rallegrata, per i pompeiani e per quanti seguono la cronaca locale del centro mariano, dalle notizie, corredate da servizi fotografici e commenti sarcastici su risvolti festaioli e gaudenti di “scambi istituzionali”, occasioni di riconoscimenti di doni preziosi che consolidano (in un modo e/o nell’altro) l’immagine di Pompei, già famosa per le sensazionali scoperte archeologiche e per la profonda devozione mariana.
Tutto questo perché Pompei è amministrata da quattro anni da un sindaco dinamico e creativo, anche se alquanto stagionato, in quanto “residuo della prima repubblica”. Carmine Lo Sapio, di fede socialista (ma con una pausa in Forza Italia) aveva chiesto il simbolo del Partito Democratico nella campagna elettorale a sindaco. Gli è stato negato, ma lui continua ad avere rapporti di collaborazione e amicizia con Mario Casillo, capogruppo Pd al Consiglio regionale della Campania ed altri colleghi autorevoli e funzionari di partito.
Ora, il nostro, si dichiara del “partito di Pompei” e per questo motivo coltiva amicizie sull’intero arco politico istituzionale e colleziona contributi di collaboratori creativi per i suoi eventi attualmente commentati dai media (Marcello Lala, Maria Rosaria Boccia, ecc.).
Rappresenta oggettivamente l’amministratore che a Pompei è riuscito a trovare soldi dove prima non c’erano. Inoltre ogni giorno annuncia convenzioni e/o accordi (Marina di Stabia, Maximall Pompeii, Teatro San Carlo). Parliamo di un sindaco che si sta dimostrando una fucina di iniziative (salvo verifica) tese ad aumentare il turismo e la notorietà di Pompei.
Ultimo esempio eclatante, la partecipazione al concorso per la città di Pompei a Capitale della Cultura per il 2027. Una trovata straordinaria che sicuramente farà da apripista alla prossima campagna elettorale per il rinnovo del mandato sindacale. Per questo motivo ha dismesso la consuetudine di coltivare i consensi tra i sostenitori della sua giunta, dentro e fuori la maggioranza di governo.
Non coltiva più i numeri. Per lui vale a questo punto il numero tre: vale a dire l’alleanza gestionale del famoso centro culturale con il direttore generale degli Scavi di Pompei e l’alto Prelato del Santuario mariano. Grazie al conseguimento di questo successo, che non ha precedenti nella storia della città, ha guadagnato ampi riconoscimenti negli ambenti istituzionali locali e regionali, per cui non teme colpi di mano e non coltiva i vecchi rapporti con i consiglieri della sua cordata.
Un gruppo ristretto di sei o sette personaggi forma il cerchio magico che guida Pompei, a cui si aggiungono figure esterne che non si capisce come vengono reclutate. Praticamente è tutto. Regala ogni tanto un giro della piazza in automobile al consigliere Giuseppe Del Regno (detto “Ragno”), riferimento politico della vicesindaco Andreina Esposito e fa pochi altri favori ai fedelissimi, diversamente dalla prima fase.
Al consigliere comunale Stefano De Martino, che aveva chiesto l’assessore sulla base del preambolo concordato in campagna elettorale, ha risposto che le cariche in giunta sono state tutte congelate. È vero. Una risposta simile l’ha data ad Italia Viva quando ha protestato per la nomina nel suo staff del famoso organizzatore del concerto di beneficenza dell’Ucraina che ha fatto molto parlare, come ora è successo per i recenti eventi, che tra l’altro hanno proposto Lo Sapio quale sindaco ideale del Bel Paese.
È stato congelato (nella sua stanza, arredata appositamente) anche il delegato agli eventi di Palazzo De Fusco, cavaliere Mario Estatico (ex consigliere di Italia Viva, da cui si è dimesso per entrare a tutti gli effetti nel gruppo ristretto dei fedelissimi del Sindaco). Siamo del parere che in questa torrida estate avrà sicuramente trovato il fresco che cercava nell’ambiente accogliente che si è creato nel Palazzo del Potere, che alterna alla direzione tecnica del teatro Di Costanzo Mattiello.
Uno scenario, quello che descrive la stampa sui recenti avvenimenti di matrice pompeiana, che fa tornare alla mente una famosa definizione ripresa da Rino Formica, che all’epoca criticava la leadership che gestiva partito e Paese: «Nani e ballerine». «Sono ritornati quei tempi?» Caustico come al solito, Formica, nonostante la veneranda età, ha replicato: «Adesso sono rimasti solo gli insetti».