Adriana e Giuliana Vangone, le gemelle della comicità “made in Pompei”
POMPEI. Adriana e Giuliana Vangone, quarantasei anni, spirito brillante e capacità di trasformare le esperienze familiari in momenti esilaranti. Originarie di Pompei, hanno trovato la loro voce sui social rappresentando il rapporto quotidiano madre-figlia in chiave ironica, per poi debuttare al cinema con il film “Whishing on a star” di Péter Kerekes, presentato questa estate al tanto ambito Festival del Cinema di Venezia. Abbiamo fatto due chiacchiere con Adriana per farci raccontare qualcosa in più della loro comicità “Made in Pompei”.
Da dove viene l’idea di girare video comici per il web?
«Tutto è iniziato durante il periodo del Covid. Giuliana aveva cominciato a fare lip sync di Teresa Mannino su TikTok, mentre io mi dedicavo alla pittura. Un giorno qualcuno ci ha suggerito di provare a fare qualcosa insieme e, dato che Giuliana aveva sempre imitato nostra mamma – girando anche dei video in cui interpretava lei sia il ruolo della mamma che quello della figlia – abbiamo provato a fare sketch dove la figlia ero io. Ne abbiamo girati per un anno senza troppo successo, poi inaspettatamente un video ha raggiunto il boom di visualizzazioni e da lì è venuto il resto».
Quanto c’è di reale in quegli sketch?
«All’inizio molto di più, perché ci basavamo proprio su episodi di vita personale. Poi sono entrate in gioco l’immaginazione e la fortuna di avere un pubblico che condivide volentieri con noi esperienze e aneddoti da cui è facile trarre ispirazione. Sono rimasti i toni di nostra madre che però devo dire – per onestà intellettuale – a differenza di quello che sembra dai video non ci ha mai spinto a trovare marito. Anzi, ha cresciuto tre figlie indipendenti e libere».
Che ambizioni avevate all’inizio, quando avete iniziato a pubblicare?
«Nessuna. Pubblicavamo i video per dividerci. Ci bastava che anche una sola persona ci confidasse di averli guardati e aver sorriso e noi ci sentivamo già incoraggiate, a prescindere dal successo».
È poi è arrivato il Cinema…
«In realtà no. Anche se il film è uscito adesso e molti pensano che siano stati i social a farci arrivare al grande schermo, in realtà l’esperienza col Cinema è arrivata addirittura prima dei social. Noi infatti siamo state contattate dalla produzione di “Whishing on a star” nel 2018, ma quando è arrivata la pandemia il progetto è stato interrotto. Alcune scene erano state girate prima del Covid. Noi fino ad allora non avevamo mai recitato né studiato recitazione».
Cosa ti è rimasto di quella avventura?
«Mi è piaciuto tanto il clima che si è creato sul set. Eravamo tutti molto uniti e i momenti di pausa mi piacevano anche di più di quelli in cui si girava. Poi quella di Venezia è stata un’emozione bellissima e inaspettata. Per me che sono amante del Cinema, sentire 1.500 persone ridere durante la prima del film è stato incredibile».
Cinema, teatro, web: qual è stata la parte più difficile della vostra evoluzione?
«Paradossalmente la vita normale. A noi fare queste cose viene abbastanza naturale perché siamo sempre noi stesse, ma è stato difficile farlo accettare da chi ci circonda. C’era infatti all’inizio un po’ il timore che prendessimo in giro qualcuno».
Cosa volete comunicare invece con la vostra ironia?
«A noi piace l’idea di portare fuori una parte napoletana a volte dimenticata, anche attraverso termini della lingua che non si usano più. Poi vogliamo rappresentare quello che tutti viviamo, dalla mamma imbranata col cellulare, a quella che vuole parlare in italiano ma si confonde col dialetto. Alla fine, a prescindere dalla regione, certe cose ci accomunano tutti».
E ora che progetti avete per il futuro?
«Di sicuro non ci sentiamo arrivate, quindi continueremo a lavorare per costruire il nostro percorso. Quest’anno il film girerà e se arriveranno nuove proposte valuteremo. Nel frattempo, finché abbiamo qualcosa da raccontare, continueremo col web, che ci diverte e che speriamo ci permetta di far divertire».