“Tu si ‘na cosa grande”: l’installazione progettata da Gaetano Pesce come omaggio a Napoli
NAPOLI. Il 9 ottobre 2024, Napoli ha accolto una nuova opera d’arte pubblica destinata a lasciare il segno: l’installazione “Tu si ‘na cosa grande”, ideata dal celebre architetto e designer Gaetano Pesce, è stata inaugurata in Piazza Municipio. L’opera, concepita nell’ambito del progetto Napoli contemporanea curato da Vincenzo Trione e promosso dal Comune di Napoli, rappresenta un omaggio della città all’artista scomparso il 3 aprile 2024.
L’installazione sarà visibile fino al 19 dicembre 2024, e al termine dell’esposizione, una delle due sculture, un cuore rosso, entrerà a far parte del patrimonio cittadino. L’intervento artistico di Pesce si compone di due imponenti sculture in dialogo tra loro: un abito di Pulcinella, simbolo tradizionale della città, e un cuore rosso, entrambi illuminati dall’interno nelle ore notturne.
L’abito, alto 12 metri e realizzato in pvc traforato, è sorretto da una sottile struttura metallica, mentre il cuore, alto 5 metri e sostenuto da una freccia metallica, poggia su una piattaforma triangolare. L’installazione non è solo un richiamo alla tradizione, ma una riflessione sul legame personale e affettivo di Pesce con Napoli, le cui radici risalgono alla sua famiglia paterna, di Sorrento.
Curata da Silvana Annicchiarico, Tu si ‘na cosa grande riflette molti dei temi ricorrenti nella poetica di Pesce: l’attenzione al corpo e alla centralità del femminile, l’estetica dell’imperfetto e la sperimentazione con materiali contemporanei.
L’opera è una celebrazione della vitalità e della creatività di Napoli, incarnate dalla figura di Pulcinella, simbolo di ingegno, ironia e trasformazione. Il cuore trafitto, invece, richiama l’amore e la passione, evocando al contempo l’affetto di Pesce per la città e il desiderio di far rivivere le sue radici culturali.
L’inaugurazione, avvenuta alla presenza del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, del consigliere Trione e della curatrice Annicchiarico, è stata arricchita da una performance speciale, ideata dallo stesso Pesce. Un’orchestra composta interamente da giovani donne ha eseguito il Bolero di Ravel, un crescendo musicale scelto dall’artista per simboleggiare l’energia creativa del femminile, capace di rigenerare il mondo artistico.
Durante la performance, l’abito di Pulcinella ha cambiato colore, passando dal tradizionale bianco a un variopinto costume femminile disegnato da Pesce. Il simbolico gesto ha enfatizzato il tema del cambiamento e della vitalità, con un gruppo di giovani che ha rotto una catena da nave, metafora dell’immobilismo e della necessità di liberare le energie creative di Napoli.
Tuttavia, l’installazione ha generato un acceso dibattito. Alcuni critici e cittadini hanno espresso perplessità sulla scelta di vestire Pulcinella con un abito colorato e femminile, ritenendolo un allontanamento dall’iconografia tradizionale. Altri hanno sollevato dubbi sull’estetica complessiva dell’opera (criticandone in particolare il rimando ad una forma fallica) e sul suo impatto visivo in una piazza storica come Piazza Municipio.
A tali critiche, la curatrice Annicchiarico ha replicato spiegando che l’opera non è una dissacrazione, ma una consacrazione dello spirito trasformativo di Pulcinella, simbolo di fluidità e adattabilità, proprio come la città di Napoli.
Anche i figli dell’artista, Milena e Jacopo Pesce, hanno difeso il progetto, sottolineando che il gesto del padre non voleva essere offensivo, ma un atto di amore verso Napoli e la sua complessità culturale. Il cuore e la veste multicolore di Pulcinella sono simboli di una Napoli aperta, accogliente e vibrante.
Inoltre, lo Studio Gaetano Pesce N.Y. e lo scenografo Luca Bertozzi, che hanno curato la realizzazione dell’opera, hanno confermato che l’installazione segue fedelmente i bozzetti e le indicazioni lasciate dall’artista, senza discostarsi dalla sua visione originaria.
“Tu si ‘na cosa grande” è, quindi, un atto d’amore verso Napoli, una città che, come affermato dal sindaco Manfredi, «guarda al futuro tenendo i piedi ben piantati nella storia». Ancora una volta, Gaetano Pesce ha dimostrato di saper essere colto e popolare, concettuale ed emozionale, offrendo un’opera che celebra non solo la città, ma anche la sua inesauribile capacità di reinventarsi attraverso l’arte contemporanea.