“Archeologia” del sentimento: Annalaura di Luggo con “Collòculi” al Parco Archeologico di Pompei

POMPEI. Dal 22 ottobre 2024 e fino al 4 maggio 2025 le Terme del Foro del Parco Archeologico di Pompei si aprono alla contemporaneità con Collòculi @Pompeii di Annalaura di Luggo, l’istallazione multimediale interattiva realizzata in alluminio riciclato, materiale simbolo di sostenibilità, scelto dall’artista come metafora di rinnovamento.

Una gigantesca interpretazione scultorea dell’iride umano: questo è Collòculi, il cui nome deriva dalla fusione dei termini latini collŏquĭum (colloquio/dialogo) e ŏcŭlus (occhio). L’opera, nel combinare significato grammaticale e artistico, diventa forma circolare, assumendo come “geometria essenziale” e come “struttura concettuale di sostenibilità” il legame tra persona, opera ed ambiente.

È proprio nella pupilla di Collòculi che uno schermo tondo prende vita con “We Are Art”, un video multimediale interattivo. “Noi siamo Arte” nasce per stimolare la percezione di noi stessi come opere d’arte. Se l’arte è vita tutti siamo opere d’arte. L’opera valorizza le diversità e racconta i percorsi di affermazione di quattro ragazzi. I loro occhi ci comunicano come hanno superato un destino avverso, fatto di bullismo, di discriminazione razziale, alcool, criminalità o la difficoltà del non vedere.

I ragazzi bussano violentemente sullo schermo perché sono in attesa di attenzione e appena qualcuno si accorge di loro inizia il viaggio con una sequenza di zoom che parte dal volto dei ragazzi arrivando all’iride, fino a proiettarci nel buco nero della loro pupilla, che ci rivela immagini del loro passato rappresentato da ombre in movimento, accompagnate da suoni composti sui loro battiti cardiaci. Poi ritorna in scena la loro iride e, grazie a speciali telecamere, l’immagine dell’osservatore viene ripresa e proiettata real time nel video di cui diventa attivamente partecipe.

Attraverso i linguaggi della videoarte e della realtà immersiva vediamo i ragazzi spogliarsi dai disagi e dai pregiudizi, rappresentati attraverso effetti speciali da una tuta nera che ognuno di loro apre abbassando una zip e rivelando un’iride viva che si espande fino a coincidere con l’intera siluette del loro corpo. Il buco nero della pupilla al centro del loro petto è metafora della connessione tra anima e infinito.

Nei lavori di Annalaura di Luggo la forma è la concretizzazione della necessità di invadere e sfondare lo spazio, per accogliere non soltanto il proprio universo immaginifico, ma anche per costituire un territorio di approdo, dove sviluppare una poetica in fieri, ovvero processi concettuali formalizzati nell’impiego di nuove tecnologie, da cui l’artista è naturalmente sedotta.

Così, documentazione storica e innovazione costruttiva – nelle opere di Annalaura di Luggo – diventano forma di società, stimolando, nella diversità dei punti di vista, interessanti processi di reciprocità multidisciplinari spostando l’offerta tecnologica da una fredda concettualità verso esperimenti ed esperienze che hanno la loro unica ragione di esistere nella contaminazione e nella trasversalità, offrendosi come “archeologia” del sentimento.

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Noemi Perlingieri

Noemi Perlingieri

Cresciuta a Trevico, il tetto della Campania e paese natio del regista Ettore Scola, si laurea alla facoltà di Archeologia e Storia dell’arte della “Federico II” con una tesi triennale sul Museo Hermann Nitsch di Napoli e una tesi magistrale sul Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale. Il mondo della fotografia la affascina da sempre e fin da giovanissima partecipa attivamente alle iniziative culturali dell’associazione Irpinia Mia. Dal 2014 è in forza presso il Parco Archeologico di Pompei a supporto dell’Area tecnico specialistica - settore valorizzazione del Grande Progetto Pompei. Dal 2023 è Consigliere regionale Icom Campania.

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