Brevi storie e urli con la MM Contemporary Dance Company al Teatro Nuovo di Napoli
NAPOLI. La rassegna di danza contemporanea a cura di Körper, presso il Teatro Nuovo di Napoli, è cominciata il 29 ottobre 2024 con Night Stories, due pièce prodotte dalla MM Contemporary Dance Company della durata di circa trenta minuti ciascuna e coreografate rispettivamente da Michele Merola e Adriano Bolognino.
Il primo pezzo ad andare in scena è “Short Stories” di Merola, che si apre con Natalia Abbascia (voce, violino e compositrice) che interpreta “Era de maggio”. Sulla musica della Abbascia i corpi dei danzatori prendono, uno per volta, possesso della scena; per abbandonarla e tornarvici più volte. Sono corpi flessuosi, con un movimento elegante, continuo, che raccontano, disegnandole, brevi storie in perfetta sinergia con la musica.
E come in tutte le storie, i personaggi anonimi che riempiono e svuotano la scena si incontrano, si intrecciano e si allontanano, dando vita a duetti, triplette, assoli, momenti d’insieme, che rappresentano tutti e nessuno in particolare, muovendosi in sinergia o in improvvise discordanze, tessendo storie che disvelano ripetizioni ed esplorazioni, incastri ed accompagnamenti, abbandoni e rincontri, forse ritorni.
Non bisogna ricercarvi un senso compiuto, piuttosto seguire il fluire della danza e le suggestioni che riesce ad evocare, leggere tra le trame dei corpi che si intrecciano e il continuo divenire del loro movimento.
Dopo una breve pausa è il momento di “Skrik” di Adriano Bolognino, con musica di Max Richter, pezzo ispirato al celeberrimo urlo di Edvard Munch che diviene per il coreografo occasione per confrontarsi con l’angoscia che caratterizza la condizione umana, il senso di disperazione generata dalla presa di coscienza della propria piccolezza al cospetto dell’immenso dell’universo.
È un urlo di disperazione quello portato in scena dai danzatori, ma anche liberatorio, rigenerante. I corpi si muovono fagocitati e pulsanti, enfatizzando ansimi e respiri; sono corpi in realtà raramente sopraffatti, ma spesso forti, determinati, scossi e animati da una potente bellezza, fatta di umanità, di carne, di fiati.
Corpi che danno vita ad una danza decisa, spigolosa, fatta di rumore e pause, di potentissima espressività, di concitazione e momenti di sospensione, di fatica e sudore. Scoscianti gli applausi finali. Perché la danza sa dire tanto di tutti noi, basta saperla leggere. Foto: Riccardo Panozzo.