Storie di Resistenza e Antifascismo a sud del Vesuvio: il racconto a Pompei
POMPEI. L’area torrese-stabiese e il suo versante orientale, l’agro nocerino-sarnese ha generato l’avvio dell’industrializzazione napoletana ai piedi del Vesuvio.
Parliamo dei cantieri navali di Castellammare di Stabia, i molini e pastifici di Torre Annunziata e Gragnano, i cotonifici e la concia del tabacco a Scafati, l’agroalimentare dell’intero comprensorio e la cartiera di Pompei, che provocarono il radicamento del movimento operaio, esemplare nelle rivendicazioni sindacali che fecero storia quando furono mandati dalla Prefettura i Carabinieri a cavallo a Torre Annunziata per contrastare i furori anarchici dell’arte bianca.
È così che si fece strada l’idea socialista. Le anarchie diffuse tra le avanguardie operaie si trasformarono presto nel pane di cui si nutrirono i ceti subalterni oplontini, che cominciarono ad affollare la Camere del Lavoro e, dopo, le sedi del Partito Socialista.
In questo ambito si alimentò l’dea di emancipazione sociale, che più tardi si trasformò in dissenso più o meno clandestino al regime fascista, nato per soffocarne l’emancipazione. Successivamente, il contrasto si estese alle forze germaniche e repubblichine.
Lo studio di questo fenomeno socio-politico, che in un certo senso anticipò la ribellione popolare delle Quattro Giornate di Napoli, è fondamentale per sostenere la tesi che non si trattò di una reazione sporadica e istintiva alla violenza germanica, ma del fermento di un seme di ribellione coltivato anni prima a Sud del Vesuvio.
L’8 novembre 2024 a Palazzo De Fusco di Pompei è avvenuta la presentazione del primo numero della rivista Infinitimondi, dedicata all’area vesuviana, raccoglie saggi di storici del territorio (alcuni di loro presidenti A.n.p.i. nei centri vesuviani).
Si tratta di una raccolta di episodi (come l’eccidio di Tre Ponti a Pompei, in foto la lapide su via Nolana che ricorda l’avvenimento), atti di eroismo, proteste salariali organizzate e vera e propria Resistenza locale, tesa alla ricerca attiva della liberazione e al ritorno della democrazia.
Recentemente, nel racconto corale si stanno inserendo episodi e nominativi inediti. Vale a dire notizie ed intere biografie di resistenti d’origine vesuviana, impegnati altrove nel Paese in ruoli (anche di comando) nelle brigate della Resistenza. La novità è, in questo caso, dovuta alla circostanza che la ricerca documentaria ha portato alla scoperta di episodi eroici e ruoli apicali nella Resistenza locale (e in quella praticata altrove) finora sconosciuti.
Si è appreso, così, che tanti personaggi dei centri vesuviani (alcuni dei quali impegnati in ruoli primari dopo la guerra) hanno preferito non “pubblicizzare” l’impegno e i sacrifici subiti partecipando alla Resistenza. È venuta così alla luce una “storia sommersa” nient’affatto minore, che sta conferendo una luce nuova e una dimensione impensata ad un fenomeno finora ingiustamente sottostimato dagli storici di sistema.