Pompei, questione chioschi e bancarelle: nulla di fatto dal consiglio comunale
POMPEI. Siamo alle comiche a proposito della politica pompeiana. Il giorno prima il sindaco convoca la stampa per assistere alla sfilata delle fasce tricolori dei Comuni gratificati dall’attrattività turistica degli Scavi di Pompei, il giorno successivo la esclude di fatto dal dibattito convocato sulla problematica di gazebo, chioschi e bancarelle, messe sotto sigillo dalla Procura oplontina per irregolarità normative e amministrative.
Il dibattito ieri sera (giovedì 14 novembre 2024) è stato affollato, duro e serrato, ma tutto sommato insignificante e inconcludente sul piano pratico, perché non ha comportato novità sulla strategia che l’esecutivo pompeiano dovrebbe adottare per risolvere l’intricata vicenda giudiziaria che ha lasciato senza reddito circa 200 famiglie che operavano (tra commercio turistico e indotto) nelle vicinanze degli Scavi e della Cattedrale alla Madonna di Pompei.
Anzi, pare che durante il dibattito sia stato proprio il sindaco Lo Sapio a puntare l’indice contro l’opposizione che non avrebbe fatto altro che criticare, invece di portare in aula un contributo concreto per risolvere il problema che, a quanto si dice, vorrebbe risolvere con le solite consulenze dispendiose a cui l’esecutivo pompeiano in carica ha da tempo abituato i contribuenti.
Noi scriviamo sulla base di fonti indirette in quanto, sebbene pervenuti con puntualità in sede municipale, non siamo stati ammessi nel salone delle adunanze per raggiungimento del numero massimo di presenze, secondo gli organizzatori. Abbiamo, a questo punto, spiegato il nostro compito (al servizio alla pubblica opinione) a chi avrebbe dovuto già conoscere le nostre ragioni. Non è servito a niente. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Conclusione: ci siamo scontrati contro un muro di gomma. Né i commessi di Palazzo né le forze dell’ordine pubblico (Polizia Municipale, Polizia di Stato e Carabinieri) hanno ritenuto utile tutelare la nostra funzione di garanzia al servizio della pubblica opinione. Tra l’altro un collega presente (per una testata stabiese) ha gridato pubblicamente che sono state fatte eccezioni, ma per lui no.
Non serve dire altro sull’argomento. Solo che nel disordine generale stanno anche saltando i posizionamenti politici. Così, si è ripetuta la scena di consiglieri eletti nell’opposizione votare ripetutamente sulle delibere proposte dalla maggioranza. Allo stesso modo molte autorizzazioni a pagare i debiti fuori bilancio non hanno ricevuto il consenso di tutti i consiglieri comunali della maggioranza.
A questo punto non riportiamo altro sul consiglio comunale, dal momento che non vi siamo stati ammessi. Resta in campo una sola curiosità: se non aveva da dire novità interessanti per il ceto politico, che cosa è andato a riferire il primo cittadino di Pompei, nella riunione svolta recentemente in un noto albergo pompeiano, ai commercianti di souvenir sospesi dall’attività?
E, ancora, di cosa avrà mai riferito sullo stesso argomento, nella riunione con la Confcommercio napoletana? È quello che chiedono di sapere i suoi oppositori, dal momento che hanno appurato che il sindaco vuol parlare con tutti, ma non con loro.