Il contrasto alla criminalità ambientale è prioritaria per Pompei come per il territorio
POMPEI. La frequenza e il numero dei provvedimenti della Procura della Repubblica del Tribunale di Torre Annunziata nel contrasto della criminalità ambientale è originata in primis da aziende che scelgono di abbattere illegalmente i costi di produzione allo scopo di incrementare fraudolentemente i profitti. Allo stesso tempo si nota il dilagare del disinteresse al problema e/o l’assenza di collaborazione da parte di ignoranti e/o indolenti.
Inquinare l’ambiente vesuviano-sarnese comporta pericoli per la salute dei residenti, inconsapevoli del pericolo incombente. Ne risente negativamente anche l’economia e la socialità di un territorio vocato naturalmente al turismo, grazie ad uno straordinario potenziale attrattivo, culturale e paesaggistico.
Solo un mese fa concetti della stessa portata sono stati spiegati, con valide argomentazioni basate sulla tutela del bene comune, dal procuratore del Tribunale oplontino, Nunzio Fragliasso, nel corso della conferenza stampa successiva alla sottoscrizione di un protocollo di collaborazione per il disinquinamento del fiume Sarno con l’Autorità di Bacino.
Frequenti episodi di cronaca dimostrano che i comportamenti reiterati che danneggiano l’ambiente sono contigui alla criminalità organizzata. Solo chi è senza coscienza attenta alla salute del prossimo in forma sistematica, come nel caso di sversamenti abusivi di liquidi e/o rifiuti solidi dannosi alla salute. Abbiamo avuto alcuni anni fa un’intervista con il professore Antonio Giordano, famoso per le sue ricerche sul cancro e per le campagne contro l’inquinamento in Campania, che è all’origine del “male del secolo” come nel dramma della terra dei fuochi.
Nello specifico, lo scienziato napoletano spiegò che i tumori causati dall’inquinamento del fiume Sarno sono probabilmente equivalenti a casi più eclatanti. Il fatto è che nei centri dell’agro pompeiano non sono stati finora avviati censimenti per dimostrare intuizioni basate su osservazioni concrete perché, per esempio, a Pompei, molte famiglie residenti sui due versanti del fiume Sarno (via Ripuaria, via Macello, ecc.) denunciano casi di cancro.
In sintesi, mancano dati certi per valutare la portata di un fenomeno illecito molto esteso in terra del Vesuvio, che di volta in volta emerge dal sommerso per diventare argomento di cronache (anche recenti), quando interviene il contrasto della Procura torrese che, ci si augura, diventi nel futuro prioritario e ancora più frequente, grazie anche alla collaborazione delle persone per bene.
Il procuratore Fragliasso ha spiegato che diverse aziende sanzionate per illeciti ambientali reiterano frequentemente il medesimo comportamento. Significa che conviene perseverare nel delinquere nel settore aziendale. Ne consegue che se da un verso è necessario dare una valenza strategica al contrasto della delinquenza ambientale, allo stesso tempo servono leggi più efficaci per tutelare contro l’inquinamento di ambiente, paesaggio e salute delle giovani generazioni.