Presentato il libro dell’architetto Federico: uno sguardo sulla storia di Pompei nel dopoguerra

POMPEI. Nella storica cornice della sala Marianna De Fusco, presso il Comune di Pompei, si è svolta la presentazione del libro “Un prelato pontificio partigiano combattente a Pompei nel Dopoguerra”. Il volume, scritto dall’architetto, storico e giornalista Federico Libero Italico Federico è incentrato sulla figura di monsignor Roberto Ronca, che nell’immediato secondo Dopoguerra (1948-1955) fu Vescovo di Pompei, partecipando attivamente alle vicende politiche locali e contribuendo a mantenere un clima di collaborazione e rinascita nei difficili anni post-bellici.

L’evento, che ha registrato una significativa partecipazione di pubblico, si inserisce tra le iniziative culturali promosse dalla città, a sottolineare il suo costante legame con la memoria storica. Al riguardo, nel suo intervento, il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio ha annunciato che proprio per la sua valenza storica il libro sarà fatto leggere nelle scuole del Comune.

La serata è stata condotta da Elena Sposato, già docente delle scuole superiori. Tra i momenti più significativi, gli interventi di Alfonso Annunziata, avvocato e presidente dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi) di Scafati, e di Carmine Cozzolino, già senatore del gruppo Alleanza Nazionale. Entrambi hanno affrontato, da prospettive opposte, il tema della Resistenza al nazifascismo e della caduta del regime fascista tra Pompei e Scafati, contribuendo a un dibattito vivo e stimolante.

L’autore, Federico Libero Italico Federico, ha posto l’attenzione su alcune peculiarità della città di Pompei, evidenziando la sua giovane età come Comune, istituito solo nel 1928, e formato da porzioni di quattro comuni appartenenti a due province diverse. Secondo l’autore, questa origine frammentata ha impedito lo sviluppo di una vera identità cittadina, una questione che continua a caratterizzare la città anche oggi.

Nel corso del suo intervento, Federico ha condiviso due vicende inedite tratte dal libro. La prima è una tragedia del 1954, quando due giovani persero la vita a causa dell’esplosione di una bomba a mano, residuato bellico lasciato incustodito sul territorio. La seconda vicenda riguarda il Campo d’aviazione di Pompei, nato durante la Prima guerra mondiale come pista per dirigibili e in seguito utilizzato come campo di concentramento: un capitolo poco noto della storia locale.

Tra gli ospiti speciali, ha preso parte all’evento il senatore Vincenzo D’Anna, che ha offerto spunti di riflessione sulla rilevanza della memoria storica per la comprensione del presente.

La serata, coordinata da Carlo Manfredi, arricchita dalle immagini del fotografo Stanislao Aulicino, si è conclusa lasciando il pubblico con molti spunti di riflessione sulla storia di Pompei e sulla sua eredità culturale. L’opera di Federico rappresenta non solo un omaggio alla città, ma anche un prezioso contributo alla ricerca storica sul periodo del dopoguerra.

Marco Pirollo

Marco Pirollo

Giornalista, nel 2010 fonda e tuttora dirige Made in Pompei, rivista di cronaca locale e promozione territoriale.

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