La visita all’ipogeo della Casa di Popidius Priscus a Pompei
POMPEI. Tra le visite più interessanti da fare nell’area archeologica di Pompei c’è l’ipogeo della grande Casa di N. Popidius Priscus. Raggiungibile attraverso una scaletta interna, il piccolo ma suggestivo ambiente sotterraneo conserva nel suo antro due nicchie-larario (edicole sacre) affiancate e un antico pozzo.
Sebbene occultate alla vista, le due nicchie regalano vivacità e varietà di colori nelle ricche decorazioni conservate. In quella più grande è raffigurato un Genio che, con il capo velato e coronato di alloro, sta versando un’offerta su di un altare dalla patera (scodella) tenuta con la mano destra mentre, con la sinistra, stringe a sé una cornucopia. La figura del Genio è inquadrata da tre grosse ghirlande sospese.
La nicchia più piccola è, invece, caratterizzata dalla presenza di due Lari (protettori della casa) posti ai lati di un altare sovrastato da un’aquila ad ali spiegate, mentre una ghirlanda fiorita chiude in alto la scena. Entrambi i Lari protendono verso l’altare una piccola situla (vaso) per raccogliere lo zampillo di vino che sgorga da un corno potorio.
Sulle pareti del piccolo ambiente ipogeo si stagliano, su un fondo bianco, le figure di altri animali: serpenti agatodemoni (portatori di fortuna) e uccelli di varie specie (un pavone, un cigno in volo, una colomba) associati a ghirlande, a rose, a fiori di loto e a cespugli di erba.
L’ambiente era un tempo parte di una dimora di modeste dimensioni che occupava questo punto dell’isolato prima della costruzione della grande domus di Popidius Priscus, che lo aveva inglobato.
La casa si trova lungo il Vicolo del Panettiere (civico 20, insula 2 della Regio VII). I recenti scavi stratigrafici hanno consentito di ricostruire la storia edilizia dell’edificio che, tra il 130 ed il 120 a.C. occupò tutta la profondità dell’isolato superando anche la sensibile differenza di quota, circa 3 metri, tra il fronte settentrionale e quello meridionale.
Proprio per consentire l’estensione dell’abitazione verso sud ed il completamento del peristilio, furono creati spessi contrafforti in opera incerta riempiti di terra e detriti. La spesa per questi lavori fu sostenuta da un ramo della famiglia dei Popidii, come sembra attestare il rinvenimento di un’iscrizione osca e di un sigillo bronzeo che menzionano discendenti della gens.