La danza d’autore al Teatro Nuovo di Napoli con Boxing Valentine di Emma Cianchi

NAPOLI. È alla sua seconda edizione la rassegna Open Dance dedicata alla danza d’autore presso il Teatro Nuovo di Napoli. Inaugurata il 5 gennaio 2025 con il lavoro R.Osa di Silvia Gribaudi, prosegue il 16 dello stesso mese portando in scena Boxing Valentine, lavoro della coreografa Emma Cianchi liberamente ispirato al film Boxing Helena di Jennifer Chambers Lynch.

Emma Cianchi, che cura anche la regia e la bella scenografia del lavoro, riesce a creare uno spazio non-spazio, circoscritto e mutevole, cupo e indefinito, claustrofobico e straniante, psicologico o forse reale, per un lavoro decisamente inquietante e crudo.

Boxing Valentine, un thriller psicologico sulla violenza di genere, è un lavoro dal forte sapore cinematografico, supportato da un disegno luci ben studiato – a cura di Enrico Giordano – con una scena sempre scura, piena di ombre, presenze, inquietudini. Poche luci, sorprendenti ed efficaci, a fare intravedere, più che vedere, quello che succede.

E quello che succede è che c’è una donna imprigionata, in una prigione che dicevamo reale o psicologica, e subisce questo rapporto malato, tossico, perverso, dentro il quale è rinchiusa. Un rapporto fatto di possesso estremo da parte di una presenza oscura indefinita all’inizio, la cui esistenza non sembra certa, c’è e non c’è, eppure manipola la donna che non accenna a ribellarsi, che subisce passiva e remissiva, accettando l’inverosimile, facendosi oggetto di manipolazione, perdendo qualsiasi tratto di personalità.

La danza si fa a tratti minima, altre volte cresce su se stessa, interagisce con gli oggetti, le pareti, gli indumenti e l’ambiente sonoro curato da Dario Casillo, nel quale lo spettatore può immergersi totalmente mediante l’utilizzo di cuffie.

È un lavoro forte, che sa trattare la violenza e farla divenire danza, nel quale uno dei temi più scottanti della nostra attualità, viene rappresentato in maniera simbolica e profondamente inquietante, reso, appunto, quasi un thriller da grande schermo.

La protagonista (Valentina Schisa), come troppo spesso accade fuori dalla scena, nel mondo vero, è imbrigliata tra le pareti di questo rapporto patologico, vittima di una dipendenza emotiva che le impedisce di liberarsi mentre l’uomo (Antonio Nicastro e Gioele Barrella) tiene le redini di questa trama di ossessione, possesso, prevaricazione e controllo.

Lo spettatore si sente disorientato, altrettanto oppresso, quanto opprimente è lo spazio scenico; è lì, immobilizzato sulle poltrone, fermo, a subire anch’egli, finché i movimenti della donna sono fermati alla radice dalle mani possenti dell’uomo, senza la sua libertà, senza la possibilità di liberarsi, bloccata alle caviglie e manipolata come una bambola inanimata è imprigionata, inscatolata, per sempre.

Nicoletta Severino

Nicoletta Severino

Danzatrice e coreografa, dirige la scuola di danza "Attitude" di Napoli. Proviene da studi filosofici e collabora con varie testate, trattando temi di attualità, di arte e di cultura.

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