Le terme in casa per “impressionare” gli ospiti: l’esempio della domus nella Regio IX di Pompei

POMPEI. La città antica di Pompei, con il suo straordinario passato conservato dalle ceneri, ha rivelato tanti segreti della vita quotidiana nell’antica Roma. Tra le scoperte più significative, c’è il rinvenimento di un complesso termale privato all’interno di una domus nella Regio IX, un’insula che si conferma come un luogo di grande prestigio sociale ed economico. Questo straordinario insieme architettonico, comprendente una sala da banchetto direttamente collegata agli ambienti termali, offre una finestra sulla cultura della convivialità e del lusso nell’epoca romana.

Le terme private, composte da calidarium (sala calda), tepidarium (sala tiepida), frigidarium (sala fredda) e apodyterium (spogliatoio), rappresentano un esempio raro per dimensioni e complessità. Poche altre domus pompeiane possono vantare simili strutture, paragonabili a quelle dei Praedia di Giulia Felice o quelle della Casa del Labirinto e della Villa di Diomede. La presenza di un grande peristilio con una vasca centrale, circondato da eleganti colonne, non era solo una dichiarazione di ricchezza, ma un richiamo diretto ai ginnasi della cultura greca.

L’organizzazione degli spazi suggerisce che la domus fosse progettata come un teatro del prestigio sociale. Il collegamento diretto tra le terme e il triclinio, soprannominato il “Salone Nero“, ricorda il racconto del Satyricon di Petronio, in cui Trimalcione intrattiene i suoi ospiti con una combinazione di bagni e sontuosi banchetti.

Anche nella realtà pompeiana, tali eventi non erano semplici momenti di piacere privato, ma strumenti per consolidare relazioni politiche e sociali. Il padrone di casa, al centro di queste elaborate messe in scena, non solo riaffermava il proprio status, ma esercitava un’influenza duratura sui suoi ospiti, trasformando ogni serata in un’esperienza memorabile.

Le pitture e le decorazioni degli ambienti, con soggetti mitologici e scene atletiche, accentuavano l’atmosfera di erudizione e cultura greca, molto apprezzata dalle élite romane. Ogni dettaglio, dai fregi che ritraggono cacciagione e pesce, fino agli affreschi che celebrano episodi epici come la guerra di Troia, contribuiva a rafforzare l’immagine di una dimora capace di stupire e ispirare rispetto.

Questa recente scoperta sottolinea anche la complessità delle tecniche di scavo moderne, che hanno permesso di preservare il delicato colonnato del peristilio. Grazie all’uso di strutture di supporto temporanee, gli archeologi sono riusciti a esplorare gli ambienti senza compromettere la stabilità degli elementi architettonici. Un approccio che non solo rispetta il patrimonio antico, ma ne garantisce la trasmissione alle generazioni future.

L’intero complesso, con il suo ingresso monumentale a sud e la successione di spazi decorati, racconta la storia di una società in cui la casa era il riflesso più immediato e tangibile del potere e dell’identità del suo proprietario. A Pompei, la domus non era solo un luogo di vita quotidiana, ma un microcosmo in cui si intrecciavano arte, politica e ambizioni personali.

Ancora una volta, le meraviglie di Pompei ci permettono di vedere oltre le ceneri, riscoprendo la complessità di una civiltà che, pur lontana nel tempo, continua a parlarci con una vivacità sorprendente.

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Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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