Un nuovo capitolo per la viticoltura nell’antica Pompei: sarà prodotto vino a ciclo completo

POMPEI. La vasta attività di gestione, manutenzione e valorizzazione del verde e del paesaggio della vasta area archeologica della Grande Pompei ha messo in campo una serie di iniziative produttive, che impegnano collaborazioni private nella forma del partenariato.

Tra queste spicca l’attività vitivinicola, che è stata avviata da diversi anni e, per la quale, venerdì 21 marzo 2025, in conferenza stampa, è stata annunciata una svolta significativa che prevede la produzione a ciclo completo (vigna/cantina) con l’assetto del partenariato pubblico-privato con le cantine Feudi di San Gregorio e Basilisco del gruppo Capaldo.

La forma innovativa di gestione dei vigneti, con obbiettivi che non si fermano al profitto economico, perché includono interventi di segno culturale e sociale, riguarda anche la coltivazione degli ulivi, il programma d’imboschimento (circa 7.000 nuove piante) fino all’eco-pascolo per la manutenzione dei prati sui pianori non scavati.

Parliamo, per questi interventi che comprendono la produzione del vino biologico, di un progetto che rientra a pieno titolo nella gestione autosufficiente e sostenibile del patrimonio naturale di contesto archeologico, dentro e fuori dal Parco Archeologico di Pompei (oltre 100 ettari in tutto). L’obiettivo è di farne il motore dello sviluppo economico del territorio vesuviano e campano.

L’azienda vitivinicola con ciclo produttivo completo, prevista nell’area archeologica del Parco, ambisce a scrivere un nuovo capitolo per la viticoltura e la storia del patrimonio naturalistico del sito. Grazie alla formula di partenariato pubblico-privato il Gruppo Tenute Capaldo, e in particolare le due cantine Feudi di San Gregorio e Basilisco, affiancherà per la prima volta il Parco nella gestione e valorizzazione storica dei vigneti.

Nella conferenza stampa di venerdì 21 marzo il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel è intervenuto insieme ad Antonio Capaldo (presidente di Feudi di San Gregorio) e Maurizio Bartolini, giardiniere d’arte del Parco.

Il direttore del Parco ha ricordato le prime ricerche sulla vegetazione archeologica degli anni ‘50 di Wihelmina Mary Feemester Jashemeski e quelle degli anni ‘90 di Annamaria Ciarallo col suo laboratorio di ricerche applicate. Infine sarà messa a frutto l’esperienza acquisita su alcuni vigneti già esistenti nel Parco (circa un ettaro e mezzo in tutto).

Ora è in programma un’estensione vitata superiore ai 6 ettari (40-50 mila bottiglie) e una cantina di produzione nel perimetro del Parco. Capaldo ha dichiarato l’impegno della sua azienda in un’iniziativa condivisa di alto profilo, in cui sarà messo in produzione anche il bianco (Greco) oltre al rosso (Piedirosso e Aglianico). Bartolini ha definito “coltivazione eroica” la realizzazione delle nuove vigne con le tecniche tradizionali di piantumazione su suoli antichi.

L’intenzione dichiarata è di dare un impulso positivo all’economia del territorio nell’investire in un’attività agricola che, valorizzando la terra, tutela anche il patrimonio naturale, il paesaggio e l’ambiente dell’area archeologica di Pompei.

In sintesi si tratta di fare di necessità virtù. «L’azienda vitivinicola fa parte di un più ampio progetto di azienda archeo-agricola – ha spiegato Zuchtriegel – allo stesso modo della coltivazione degli ulivi e dei progetti di agricoltura sociale nell’ambito della “fattoria sociale e culturale”».

La nuova azienda vitivinicola – a conduzione biologica – si avvarrà di professionalità di alto profilo: il professor Attilio Scienza dell’Università di Milano e il responsabile di produzione di Feudi di San Gregorio, Pierpaolo Sirch, agronomo di fama internazionale. S’intende produrre vini di alta qualità, mentre la rete produttiva dovrà costituire anche un percorso di visita per il turismo esperienziale, perché è importante raccontare (rappresentando con riscontri visivi) momenti di storia locale.

Alla fine s’intende coniugare l’oggettiva competenza archeologica che si manifesta nelle professionalità del Parco con la consolidata esperienza di Feudi di San Gregorio, da quasi 40 anni impegnata nella valorizzazione dei vitigni autoctoni campani (tra cui le viti centenarie di Taurasi) a beneficio della valorizzazione del territorio e delle comunità locali.

«Si tratta di sperimentare l’opportunità di continuare a condividere con il mondo la cultura millenaria del vino» ha dichiarato Capaldo, presidente di Feudi di San Gregorio, il quale ha commentato affermando che il Parco Archeologico di Pompei rappresenta un pilastro fondamentale dell’identità della regione Campania, per cui ha colto con entusiasmo, con la sua azienda, l’occasione di mettere le competenze aziendali al servizio del Parco.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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