Porta Stabia a Pompei: da baluardo difensivo a luogo di memoria
POMPEI. Le aree delle tombe all’esterno delle mura dell’antica Pompei erano state riempite di rifiuti, prima di essere adibite all’uso sepolcrale. È una delle scoperte sulla zona di Porta Stabia, emerse nel corso delle ricerche svolte tra 2021 e 2024 e riportate sull’e-journal degli scavi dal titolo: “Rubbish and public memory at the Stabian Gate: when archaeology defines an urban gateway”.
Gli studi hanno inoltre permesso di accertare che Porta Stabia da baluardo difensivo e ingresso alla città si trasformò in luogo di memoria e celebrazione dei personaggi più autorevoli di Pompei. Come in molte città romane, Pompei era delimitata da mura che hanno subito diverse ricostruzioni nel corso dei secoli.
Dopo la fondazione della colonia nel 80 a.C., con la Pax Romana instaurata da Augusto, le mura persero la loro funzione difensiva, mantenendo però il ruolo di confine urbano. Porta Stabia, in particolare, assunse un nuovo significato, divenendo lo spazio per ricordare le figure eminenti della città.
Le ricerche archeologiche condotte tra il XIX secolo e gli scavi più recenti (2001-2020) hanno confermato la presenza di monumenti funerari lungo la strada, a ridosso della Porta Stabiana. Tra questi spiccano quelli dedicati a M. Tullius, un importante personaggio dell’epoca augustea, e a M. Alleius Minius. Queste strutture, chiamate scholae, erano concepite come spazi commemorativi piuttosto che veri e propri sepolcri.
Gli scavi condotti tra 2021 e 2023 hanno permesso di analizzare l’area dietro i monumenti di M. Tullius e M. Alleius Minius, rivelando importanti dettagli sulla loro costruzione e sul contesto urbano circostante. La presenza di livelli di riempimento ricchi di ceramiche di età imperiale ha confermato che il terreno era stato livellato con scarti per creare una grande piattaforma destinata a ospitare i monumenti.
Prima della monumentalizzazione dell’area, infatti, vi era un fossato difensivo, probabilmente realizzato in concomitanza con l’assedio di Silla dell’89 a.C. Questo fossato fu successivamente riempito per creare un’ampia zona spianata, che trasformò l’accesso alla città in un luogo di celebrazione civica, piuttosto che in uno spazio funerario tradizionale.
La scelta riflette un cambiamento nel modo di concepire lo spazio urbano: non più solo difesa e accesso, ma anche celebrazione della memoria e dell’identità collettiva. L’ultima fase di questa trasformazione si ebbe in epoca neroniana, con la costruzione del mausoleo di Cn. Alleius Nigidius Maius, che completò l’allineamento dei monumenti lungo la Porta. Questo fenomeno si inserisce nel contesto della propaganda augustea, in cui i personaggi di spicco della comunità venivano celebrati come benefattori pubblici, modellati sull’esempio del princeps.